Un Bari inconsistente affonda pure a La Spezia

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Con la cornice del Golfo dei Poeti, Colantuono ha provato a soverchiare il suo poema sul sintetico di La Spezia mandando in campo un 3-5-2 speranzoso che qualcosa, nell’atteggiamento, potesse cambiare dopo le debacle recenti, ma tutto è stato vanificato. Come sempre, del resto.

Ha provato in tutti i modi il Bari primeggiando nel possesso palla, ma non si è mai reso pericoloso. Mai. E’ questo il problema grave, perché una partita la si può pure perdere, anche due-tre se il caso, ma perderle senza imbastire una azione pericolosa degna di nota non ci sta. Non può esserci per questo Bari costruito, sia pur in due fasi, per rimanere tra le prime otto. Ed il sospetto, dopo le défaillances continuative, con la pericolosa involuzione nel gioco (esclusa la gara col Novara dove il Bari è stato sfortunato, sfortuna, tuttavia, compensata con la gara contro il Latina), è che i neo arrivati non siano stati, poi, così di qualità, senza dimenticare quei giocatori arrivati già convalescenti e che ancora devono dimostrare chi sono, compreso qualcuno preso a luglio.

Mancando i due punti di riferimento in avanti, Bienza e Floro Flores, Colantuono ha mandato in campo una formazione con il 3-5-2 con Micai in porta, Tonucci, Moras e Capradossi al centro della difesa, Salzano, Romizi e Fedele a centrocampo, e con i due ex vicentini in avanti, Galano e Raicevic, che, stando alla teoria, avrebbero dovuto intendersi bene, Sabelli con Daprelà, difensori e attaccanti a seconda delle situazioni, messi lì per cercare di sviluppare il gioco sulle fasce. Macché, non l’avesse mai pensato. Risultato disastroso.

La gara è iniziata con ritmi blandi da entrambe le parti per poi incanalarsi su un sostanziale equilibrio quantunque sia stato lo Spezia a macinare più gioco (sterile) rispetto al Bari.

Al 12’ i soliti, puntuali, problemi di muscoli per Romizi che lo affliggono da anni e che non gli permettono di partire titolare con ogni allenatore transitato da Bari negli ultimi cinque anni, si materializzano al punto che è stato costretto a cedere il posto a Basha.

E così, al 14’ ecco la solita ammonizione propinata a Tonucci per il consueto fallo scomposto sulla cui punizione, nonostante i cinque difensori, lo Spezia è andato in vantaggio con cross di Piccolo per Granoche che di testa ha infilato Micai: 1-0 con la difesa ferma. Bari che dopo il gol subìto ha mantenuto il possesso palla e Spezia che ha cercato di ripartire senza risultare pericoloso.

Partita nuova, Bari stantio: solita difficoltà del Bari nel proporre gioco grazie anche al pressing dello Spezia, e alle marcature asfissianti proposte da Di Carlo, errori banali, prevedibilità a centrocampo, predicazione nel deserto verde del Picco da parte di Galano e di Raicevic fino al 23’  quando Galano ha provato un tiro che per poco non è andato in rete grazie ad un intervento di Chichizola che ha mandato il pallone sopra la traversa.

Nello spogliatoio sicuramente Colantuono avrà tuonato fulmini e saette ma alcun effetto deve aver sortito, in quanto il Bari non è affatto cambiato nell’atteggiamento nonostante il tempo notevole a disposizione.

Quello del 1’ del secondo tempo sarà l’unico tiro in porta che verrà segnato sui taccuini dei giornalisti sia baresi che spezzini, incredibile a dirsi ma è così, un tiro velleitario di Raicevic che si è girato bene senza trovare il gol.

Il secondo tempo non è stato dissimile al primo quanto a gioco e ad intensità: il Bari non è riuscito ad imbastire nulla degno di descrizione, mentre lo Spezia che, senza rendersi mai pericoloso in area barese, ha atteso il momento opportuno per colpire ed affondare il Bari. E dal momento che il Bari non è riuscito a risultare pericoloso, ci ha pensato Capradossi al 13’ a tendere una mano ai liguri facendosi espellere per un secondo, sacrosanto, fallo dopo aver subito il primo cartellino giallo due minuti prima.

La gara è andata avanti con qualche ammonizione barese e i soliti, vani, cambi di Colantuono che non hanno sortito alcun che.

Il Bari ha perso l’ennesima gara in trasferta, lascia momentaneamente la zona playoff meritatamente, si lecca le ennesime ferite, e il lunedì di Pasquetta il Bari tornerà di nuovo fuori, a Carpi. Nulla di buono si riesce a scrutare all’orizzonte, un orizzonte denso di nubi e per niente chiaro.

Partita orribile esteticamente che lo Spezia ha gestito bene dopo il vantaggio pur senza far nulla di pericoloso. Va bene, il Bari, sul piano caratteriale, ma come gioco non ci siamo, troppe le palle gettate a campanile come negli oratori, inammissibile che non si sia tirato mai in porta, senza idee, incapaci di imbastire due passaggi di fila. E pensare che il Bari non è apparso peggiore dello Spezia, questo il problema. Dove si vuole andare? Dove si vuole arrivare così?

Per fortuna ci pensa il Presidente Giancaspro a smorzare gli isterismi dopo le sue dichiarazioni secondo le quali, al Bari, non è perentoria la promozione in A.

Alle rimanenti gare l’ardua sentenza.

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