Su un campo di patate, un super Palermo batte un Bari piccolo piccolo

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Su un terreno pessimo dove chiunque si sarebbe potuto far male, c’era da verificare se al comando ci sarebbe andata una, tra Bari e Palermo, o un quartetto Cetra a braccetto visto che questa categoria non riesce ancora a sancire chi sarà protagonista e chi no considerata la classifica cortissima, anche se oggi l’impressione è stata quella di un Palermo fortissimo (giù il cappello davanti ai rosa nero) ed un Bari piccolo piccolo che si trova lassù per caso. Sarà una impressione? A vedere la partita è sembrato così, complice anche la pessima prestazione di Chiavari e, se vogliamo, anche quella contro il Sassuolo di Tim Cup.

Davanti a ventidue mila spettatori una sfida suggestiva, da primato in classifica, anche se, nel frattempo, a causa delle partite giocate ieri, la vetta è stata contaminata da altre compagini, Bari e Palermo, ovvero due delle varie regine senza regno della B, si incontravano al San Nicola tra qualche mugugno barese per il risultato negativo di Chiavari che, di fatto, ha evitato il pienone al San Nicola (potenza di una vittoria in trasferta: vittoria a Novara e trentacinquemila col Foggia; sconfitta a Chiavari, quindicimila in meno) e qualche recriminazione palermitana a causa delle troppe assenze. Sta di fatto che, volenti o nolenti, fino a ieri pomeriggio prima delle partite, Bari e Palermo erano lassù, in vetta, come se stessero sedute insieme sui seggiolini della ruota panoramica installata sulla rotonda dell’affascinante lungomare barese, a guardare tutti dall’alto. Ed un motivo valido ci sarà stato. Ma soprattutto, quella di oggi era una gara da sfruttare al massimo per staccare il biglietto del momentaneo primo posto, o al limite, per andare a braccetto con Frosinone e Parma, ma soprattutto era la partita della riscossa dopo il risultato negativo ligure, almeno così l’aveva inquadrata l’allenatore barese. Era…

Nel “Bari-Laboratorio” del San Nicola, là dove in settimana è stato creato il Bari sceso in campo oggi, Grosso, che voleva impostare la gara in modo diverso da quella di Chiavari alla ricerca dell’atteggiamento giusto fin qui carente, è rimasto abbottonato nelle sue idee fino all’ultimo a causa delle defezioni e dei rientri. Sicché ha schierato un 3-4-1-2 o, all’occorrenza, con un 3-4-3 a seconda della creatività di Brienza, con De Lucia in porta e senza Anderson che, purtroppo, ne avrà per parecchio tempo, con il rientro di Marrone al centro della difesa insieme a Gyomber e all’evergreen Cassani, quindi Tello ed Improta esterni di centrocampo con licenza di dare una mano alla difesa, Basha e Busellato centrali, Brienza, Galano e Cissè il terzetto davanti.

Mentre Tedino, l’allenatore rosa nero, ha mandato in campo un 3-5-2 anche per causa di forza maggiore, con Posavec in porta, Struna, Cionek e Bellusci centrali difensivi, Dawidowicz, Gnahorè e Coronado a centrocampo, Rispoli e Aleesami esterni di centrocampo, Embalo e Trajkowski in attacco.

Primo tempo senza alcuna emozione che non è mai decollato visto il grande equilibrio persistente sul terreno pietoso del San Nicola. Infatti né da un parte né dall’altra ci sono state occasioni da segnalare, inoperoso il portiere rosa nero, qualche brivido, invece, per De Lucia ad inizio gara che si è fatto notare per una uscita avventurosa (per la verità ne ha effettuate diverse, alcune anche efficaci), e poi per una “non” uscita su un pallone che ha danzato sopra la traversa.

L’unico vero tiro in porta lo ha effettuato, al 3′, il Palermo con Trajkowsksi su punizione da fuori area, tiro parato comodamente da De Lucia. Poi il nulla, difese a specchio che si sono annullate e il suddetto equilibrio a farla da padrone incontrastato.

Da segnalare uno scontro in alta quota tra Embalo e Busellato che son rimasti a terra per alcuni minuti mettendo in apprensione i tifosi. Bollettino medico ferita sulla testa per Busellato che si è rialzato, più sfortunato Embalo che è uscito tra gli applausi incoraggianti del pubblico in barella con una maschera d’ossigeno al volto. Al suo posto è entrato La Gumina al 26′.

Dopo qualche minuto è stata la volta di Gyomber a cadere e farsi male: Capradossi ha preso il suo posto al 31′.

Si è fatto appena appena più pericoloso il Palermo sul finale di gara, ma la difesa barese ha sempre risposto con decisione. Male l’attacco del Bari con Brienza che non è mai riuscito a fare la differenza, con Galano praticamente assente e Cissè che, insieme ai suddetti giocatori, si è sacrificato in difesa. Diciamo che ha funzionato poco il modulo con Brienza troppo anarchico e prevedibile ed anche in difesa si è ballato non poco pur senza sbavature. Ma il volume tecnico, complice anche le disastrate condizioni del terreno, è rimasto assai modesto con il Bari sottotraccia ed il Palermo che, almeno, qualcosa ha pur tentato di fare.

Il secondo tempo si è aperto all’8′ con un destro di Bellusci su punizione da fuori area, insidioso, parato da De Lucia.

Al 16′ da segnalare una rovesciata di Galano spettacolare ma imprecisa su cross di Basha. Primi vagiti di ripresa del Bari? Macché. Al 17′ Rispoli ha segnato e ha portato in vantaggio il Palermo col pallone passato sotto le gambe di De Lucia. Solito ceffone, stavolta effimero, terapeutico preso dal Bari a cui piace, evidentemente, flagellarsi prima di iniziare a giocare.

Al 19′ ci ha provato Brienza con un destro, ben parato dal portiere: è stata la prima risposta del Bari.

Il gol di Rispoli ha rotto quell’equilibrio nauseante, dando la possibilità al Bari di prendere le redini del gioco tambureggiante, anche se occorre far capire a Grosso che il Bari non può e non deve decidere di giocare quando viene schiaffeggiato. Occorre che inizi a giocare prima. Ma le parole, si sa, volano nel vento.

E allora Grosso ha deciso di dar fosforo facendo entrare un inutile Floro Flores per uno spento Galano ed il Bari, con un po’ di frenesia, ha cercato di risalire la corrente. Invano.

Ed è proprio qui che è uscita la forza della squadra di Tedino: infatti al 24′ Trajkowski, che non segnava da immemore tempo (solito puntuale Bari croce rossa), su contropiede, ha siglato il secondo gol con la squadra di Grosso che stava provando a sfondare dall’altra parte.

Al 30′, apoteosi con Coronado che, complice una deviazione di Basha di schiena, con un gran tiro da lontano, ha sigillato il risultato segnando il 3-0.

E a nulla è servita la sostituzione di Brienza per Sabelli.

Ben poco da salvare questa sera, poche idee, svogliate, poco incisivo e decisamente sotto di qualche spanna al Palermo. Evidentemente l’evidenza parla chiaro: il Palermo, che peraltro oggi giocava senza diversi titolari, è la squadra più forte della B; il Bari è lassù per caso nonostante le qualità che possiede all’interno della rosa.

Il Bari deve cominciare a capire che occorre sviluppare sin da subito il gioco e non solamente dopo che si becca il puntuale ceffone. Oggi è stata l’ennesima volta che è accaduto.

Qualche considerazione: forse Floro Flores non è quel giocatore da cui ci si aspetta grandi cose essendo una seconda punta e, per giunta, proveniente da continue panchine laddove ha giocato. Forse varrebbe la pena disfarsene a gennaio per un attaccante vero. De Lucia, nonostante qualche indecisione, non è giudicabile perché è alla prima sua da titolare. Galano è in chiara fase calante, Cissè non è attaccante puro e, pertanto, tutto quel poco che fa è tutto oro colato, Improta deve giocare da ala sinistra e non da esterno di centrocampo con licenza di difendere, la presunzione irritante di Tello deve avere i minuti contati, Brienza non può giocare per cento minuti, il centrocampo è assolutamente al di sotto delle proprie possibilità e la difesa continua a beccare dai due ai tre gol a gara, Marrone non può giocare da centrale difensivo in quanto viene sempre superato.

A chi, dunque, la croce per risolvere le pesanti questioni, fermo restando che nulla è perduto? Ma se si continua a giocare dopo il ceffone sarà dura rimanere lassù.

Da segnalare gli applausi sinceri del pubblico barese a Coronado mentre usciva: la cosa più bella di stasera.

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