Stabilizzazioni, si prova a superare il blocco dei fondi

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Pubblico impiego. La ministra Madia annuncia un confronto con il Mef. Contratto dirigenti, firmato l’atto di indirizzo.

di Gianni Trovati (Il Sole 24 ore del 04/02/2018).

Funzione pubblica e ministero dell’Economia provano a risolvere l’inciampo creato dal blocco dei fondi integrativi, che oggi mette un’ipoteca sulla stabilizzazione di oltre 2mila precari storici degli enti di ricerca. Ad annunciarlo è in prima persona la ministra per la Pa Marianna Madia, ma la soluzione è tutta da costruire. Ed è cruciale per tradurre in pratica la misura più rivendicata dal governo nel capitolo dedicato dalla legge di Bilancio al pubblico impiego.

Pochi giorni fa, la Funzione pubblica ha dovuto correggere un passaggio della circolare con le istruzioni per le stabilizzazioni dei precari, con una mossa indispensabile per ottenere il via libera della Corte dei conti. Nella nuova versione, la circolare (1/2018) spiega che i fondi decentrati, quelli con cui le Pa finanziano le parti integrative della busta paga, aggiunte al tabellare, non possono crescere con gli ingressi in organico del personale oggi precario. Una correzione che (come segnalato sul Sole 24 Ore del 30 gennaio) crea un grosso problema proprio alle stabilizzazioni della ricerca, dal Cnr all’Istat passando per gli altri istituti nazionali, dove i posti precari sono spesso finanziati dai progetti di ricerca e quindi oggi non pesano sui fondi decentrati.

Una volta stabilizzate, invece, queste persone entrerebbero nei normali meccanismi di finanziamento degli stipendi, imponendo quindi di dividere fra più soggetti un fondo complessivo che non può crescere. Per far tornare i conti, quindi, sarebbe necessario ridurre gli integrativi di chi oggi lavora stabilmente negli enti. Sempre tra Funzione pubblica e Mef si è giocato in questi giorni il confronto sull’atto di indirizzo che deve far partire il confronto sul rinnovo contrattuale dei dirigenti della Pa. In questo caso la strada è però più liscia, e il documento è stato firmato dalla ministra Madia.

A breve si apriranno quindi le trattative, a partire da ministeri e agenzie fiscali: sul piatto un aumento base da 120 euro lordi, la semplificazione delle buste paga per far confluire nel tabellare tutt’e le voci fisse e un incremento progressivo del peso delle quote variabili per portarle a valere il 30% dello stipendio complessivo come chiesto dalle regole attuative della riforma Pa.

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