Unesco, tomba dei patriarchi di Hebron e’ sito palestinese

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​12 STATI VOTANO A FAVORE RISOLUZIONE OSTEGGIATA DA ISRAELE

L’Unesco ha riconosciuto la Tomba dei Patriarchi ad Hebron, in Cisgiordania, ‘sito palestinese’ del Patrimonio Mondiale. A favore della risoluzione si sono espressi 12 stati membri, 3 contro e 6 astenuti. In base alla decisione, la Citta’ Vecchia di Hebron e la Tomba dei Patriarchi diventano siti ‘palestinesi’ e si sottolinea il loro essere ‘in pericolo’. ‘Un evento storico’, per i palestinesi. ‘Una macchia morale’, per gli israeliani.

L’UNESCO ha dichiarato la città vecchia di Hebron, in Cisgiordania, patrimonio dell’umanità con 12 voti a favore e tre contrari, mentre gli astenuti sono stati sei. La decisione è stata presa a Cracovia, in Polonia, dove dal 2 luglio è in corso la 41esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Il voto rischia di deteriorare ulteriormente i rapporti tra Israele e l’agenzia Onu per la cultura, già precari a causa di alcune risoluzioni che hanno attirato forti critiche da parte dello Stato ebraico. L’ultima, approvata a inizio maggio, fu aspramente contestata da Tel Aviv perché metteva in dubbio la sovranità israeliana sull’intera Gerusalemme. Il primo sito palestinese ad essere inserito nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità fu il 29 giugno 2012 la Basilica della Natività situata nella città di Betlemme. Nel 2014 vennero inserite anche le terrazze coltivate di Battir.

Stando a quanto riferito dal sito di ‘Haaretz’, la risoluzione riconosce la città vecchia di Hebron e la Tomba dei Patriarchi come “siti palestinesi”, evidenziando come siano “in pericolo”. Il ministro israeliano dell’Educazione e capo della commissione israeliana per l’UNESCO, Naftali Bennett, ha condannato la decisione dell’Agenzia Onu, evidenziando come i legami storici degli ebrei con Hebron risalgano a migliaia di anni fa e non saranno recisi. “E’ deludente e imbarazzante vedere l’UNESCO negare la storia e distorcere la realtà per fare consapevolmente gli interessi di chi prova a cancellare lo Stato ebraico dalle carte geografiche – ha dichiarato – Israele non rinnoverà la cooperazione con l’UNESCO finché continuerà ad essere usato come strumento per attacchi politici”.

Hebron si trova nella Cisgiordania occupata e vi vivono oltre 200.000 palestinesi insieme poche centinaia di coloni ebrei, raccolti in un enclave protetto dai soldati, proprio vicino al luogo sacro che gli ebrei chiamano la Tomba dei Patriarchi e i musulmani, la moschea di Ibrahim. La decisione e’ stata adottata dopo un tumultuoso dibattito a Cracovia, la citta’ polacca dopo il comitato dell’Unesco celebra la sua 40esima riunione. A votare a favore sono stati 12 dei 21 delegati nazionali che formano il comitato, mentre 6 si sono astenuti e tre hanno votato contro. Il voto e’ stato segreto perche’, nonostante questo genere di risoluzioni si decida per alzata di mano, Polonia, Croazia e Giamaica hanno sollecitato la votazione segreta. L’ambasciatore israeliano all’Unesco, Carmel Shama-Hacohen, si e’ scontrata verbalmente con vari delegati; e il presidente della commissione ha riportare la calma. La Tomba dei Patriarchi, o moschea di Ibrahim, e’ il tempio dove, secondo la tradizione, riposano i resti di Abramo, il primo dei patriarchi dell’ebraismo e anche della religione musulmana. Vi e’ sepolto insieme alla sua sposa, Sara; e accanto, secondo la tradizione, riposano anche Rebecca e Isacco. All’epoca di Erode attorno alla tomba venne innalzato un monumento quadrangolare e successivamente i musulmani hanno edificato quella che oggi e’ nota come la moschea di Ibrahim, il nome arabo per Abramo. 

La delegazione israeliana presso l’Unesco ha definito la decisione “un atto di aggressione contro il popolo ebraico”, “un tentativo di rompere i legami tra Israele ed Hebron” e che spazza via le ultime residua parvenza di credibilita’ dell’Unesco: “Questa organizzazione irrilevante promuove un storia falsa, e’ vergognoso per l’Unesco“, ha ‘twittato’ il portavoce del ministero degli Esteri, Emmanuel Nahshon. Il premier, Benjamin Netanyahu, ha parlato addirittura di decisione “delirante”: “Hanno deciso che la Tomba dei Patriarchi ad Hebron e’ un sito palestinese. Il che vuol dire non ebraico e che e’ un sito in pericolo”, ha denunciato con comunicato diffuso dal suo ufficio. “Chi non e’ ebreo? Chi e’ sotterrato li’? Abramo, Isacco e Giacobbe. Sara, Rebecca o Lea. Nostri padri e madri. E il sito e’ in pericolo? Solo dove governa Israele, come a Hebron, c’e’ liberta’ religiosa garantita per tutti”. Ricordando che Hebron e’ “il secondo luogo piu’ sacro dell’ebraismo”, il Consiglio Yesha degli insediamenti ha sottolineato che “negare 4mila anni di storia ebraica e’ puro antisemitismo”. Esultano invece i palestinesi: la votazione e’ “un successo nella battaglia diplomatica condotta su tutti i fronti nonostante le pressioni israeliane e statunitensi”, ha detto il ministero degli Esteri. La risoluzione tra l’altro ha goduto di una corsia privilegiata perche’ i palestinesi accusavano Israele di un “allarmante” numero di violazioni, tra cui atti di vandalismo e danneggiamenti a proprieta’ palestinesi.

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