Lo sfogo dell’ex deputato: “Né pensione né vitalizio, era meglio rubare”

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Aula strapiena, alla Camera, per le celebrazioni dell’anniversario dei Trattati di Roma foto di repertorio

“Ho fatto male a fare politica e a non rubare”. E’ l’amara sintesi di Enzo Raisi -eletto deputato con AN nel 2001, rieletto nel 2006 e poi nel 2008 con il PdL- mentre alla Camera si discute la legge sui vitalizi. “Dunque -scrive Raisi su Facebook- ho pagato per quasi 20 anni l’INPS poi ho smesso perché sono diventato parlamentare e avendo il vitalizio non volevo giustamente accumulare pensioni. Ovviamente 20 anni di contributi buttati via perché non cumulabili con il vitalizio essendo due gestioni diverse”.

“Ho pagato per 15 anni i contributi per il vitalizio, solo per i due anni e mezzo della legislatura Prodi che è durata 2 anni e mezzo, ho sborsato oltre 50 mila euro per i due anni e mezzo mancanti. Ironia della sorte ora, se passa la nuova legge voluta dai nuovi populisti Pd, leggasi sig Richetti e i grillini che fanno a gara per attribuirsi questa legge, non avrò né la pensione INPS né il vitalizio”, prosegue.

“Ho detto che rinuncio al vitalizio e a tutti i diritti però che almeno mi ridessero indietro i soldi versati e mi rispondono che è impossibile, non li hanno. Se aggiungo che ho fatto 25 anni il consigliere comunale e l’assessore per i quali giustamente non è previsto alcuna pensione ho fatto bingo. Ringrazio il mio Paese ho solo fatto male a fare politica e a non rubare, questa la sintesi. Grazie di cuore Italia vi meritate solo i ladri questo è quello che meritate”, conclude.

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