Se le medie aritmetiche non sono un’opinione, da quando è stata monitorata la nostra Emigrazione, almeno un terzo della Popolazione italiana ha lasciato la Penisola. Il fenomeno, nella sua complessità, non è mai cessato; solo ridimensionato. Soprattutto per i Paesi extraeuropei.
A conti fatti, al tramonto di questo diciassettesimo anno del Nuovo Millennio, il numero maggiore di Connazionali all’estero si trova proprio in Europa. Mentre scriviamo, l’esodo continua. Insomma, le generazioni d’italiani, o d’origine italiana nel mondo, non sono per nulla in calo. Invece, pur con rammarico, abbiamo rilevato che ci si continua a “dimenticare” di loro. In tanti modi, ma con gli stessi effetti.
L’idea di rendere ufficiale una “Giornata degli Italiani nel Mondo”, rappresenta la prima prova di un’evoluzione nel modo d’affrontare il fenomeno migratorio. Non importa quale sarà il giorno scelto. L’importante che sia ufficializzato. Tanto per capirci meglio: noi lo considereremo come il “giorno del ricordo”. Un atto non solo dovuto, ma moralmente imprescindibile.
Per quanto ci compete, abbiamo fatto le nostre considerazioni nelle opportune sedi istituzionali. Ora non ci rimane che attendere, in conformità con la burocrazia, gli sviluppi di un progetto che è maturato in ritardo ma che sentiamo profondamente inserito nel nostro essere.
L’individuazione ufficiale non dovrebbe presentare difficoltà per nessuno dei nostri politici. Noi siamo per il varo di questa”giornata” e loro?
Giorgio Brignola- Coordinatore O.E.I.M.