Le follie (?) del Premio Nobel Montagnier

Attualità & Cronaca

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Seguendo il filosofo Alvin Goldman, scopriamo come orientarci tra le dichiarazioni degli esperti. Che anche se con Nobel possono dire fesserie  https://m.laregione.ch/culture/pensiero/1434507/le-follie-del-premio-nobel-montagnier

C’è sempre da imparare, come diceva Edordo de Filippo „ Gli esami non finiscono mai“, ma indubbiamente sulla Regione, credo che abbiamo da imparare assai e non sappiammo se supereremo il test. 

Da scienziati  o presunti tali avremmo pensato che nelle controversie scientifiche la parola spetti ai risultati degli esperimenti e alle evidenze (o alle prove in campo criminologico giudiziario, con tanto di incidenti probatori, che comunque non sempre neanche quelli varrebbero molto, come la vicenda del lager di  Ittiri ci insegna, con qualche perpelessità per la tenuta dell’impianto di Giustizia alquanto allegramente terremotato dall’interno, nel caso specifico).

E invece c‘è dell’altro, il giornalista della Regione ci spiega che che più che la dialettica scientifica, vanno usati i 38 stratagemmi di Schopenauer per ottenere ragione;  che comqunque  forse andrebbero bene  al Bar dello Sport e in qualche salotto, forse meno o niente in in  questioni scientifiche  che dovrebbero  risolversi  non con le maggioranze,o l’Impact Factor, ma con buoni esperimenti e sviluppi teorici e magari tecnologici  o terapeutici, che provino o meno le tesi corrette.  Il resto sembra più materia di gossip o  di non raffinate  guerre economiche ideologiche sui mercati, che scienza. Con una caduta di stile nel titolo,  che poco si addice ad un quotidiano della Confederazione Elvetica che della classe e della eleganza fa il suo punto di onore e prestigio.

Giusto per imparare di più leggiamo l’ultimo punto della disamina del analista della  Regione:  “Quinto e ultimo criterio: i precedenti dell’esperto. Montagnier ha scoperto il virus dell’Hiv: cosa si vuole di più? In realtà, si può volere qualcosa di meno: purtroppo dopo quella scoperta il virologo ha sostenuto diverse tesi pseudoscientifiche, dalla papaya fermentata come cura per Parkinson e autismo a una ricerca sulla memoria dell’acqua condotta con pressappochismo (e pubblicata su una rivista di terz’ordine diretta dallo stesso Montagnier), tanto da meritarsi un capitolo nel bel volume ‘Strafalcioni da Nobel’ di Silvano Fuso (Carocci 2018). E val la pena ricordare la protesta, firmata da 45 premi Nobel, quando Montagnier è stato nominato direttore del Chantal Biya International Reference Centre. Tirando le somme, pur non essendo esperti possiamo concludere con ragionevole sicurezza che la tesi di Montagnier non è da prendere sul serio.”

Molto fine in particolare la parte riguardante  “una ricerca sulla memoria dell’acqua condotta con pressappochismo (e pubblicata su una rivista di terz’ordine diretta dallo stesso Montagnier), tanto da meritarsi un capitolo nel bel volume ‘Strafalcioni da Nobel’ di Silvano Fuso (Carocci 2018).”

Al nostro entusiasta analista della Regione manca qualche elemento, come l’AWARD BENVENISTE che dal 2007 viene conteso in quella che è stata l’Unione Sovietica e che ne determina molte carriere accademiche https://www.vglobale.it/?s=award+benveniste

A COHERENCE2020 dedicata a Jacques Benveniste e alle sue ricerche sulle interazioni deboli a bassissima concentrazione o alla stessa memoria dell’acqua  ci sono state molte relazioni che segnaliamo volentieri al giornalista della Regione http://www.iiimb.me/atti-di-coherence2020.html .

Stiamo varando un progetto internazionale di ricerca sull’uso di questi modelli teorici e biotecnologici nel supporto alla lotta contro il COVID-19 www.iiimb.me .

Credo che sarà saggio lasciare la parola agli esperimenti e ai trial clinici che ci diranno se questi modelli bioinformatici  sono validi. L’attuale situazione richiede che si trovi qualcosa che, in attesa del vaccino, ottimizzi la potenza dei farmaci e dei vari mezzi di contrasto al corona virus, che al momento mantiene il sistema sanitario in difficoltà come i 150 morti medici in Italia ci mostrano e la stessa vicenda del Premier Britannico che ha capito, mentre stava per morire che c’era poco da scherzare con la corona del virus.

Lavorare di più e chiacchierare di meno in TV, sarebbe un buon viatico per la soluzione di questa crisi, che può risolversi nella dialettica scientifica,  nei laboratori e nelle corsie, non nelle chiacchiere dei talkshow o nelle querelle filosofiche che avranno altri pregiatissimi e importanti spazi https://www.vglobale.it/2017/08/23/appunti-e-riflessioni-sulle-lezioni-degli-antichi-maestri/ , ma forse non questi del CORONA VIRUS,   dove per determinare che fare e cosa è valido o meno si deve ricorrere  al metodo scientifico e non  alle  follie, che per pudore lascerei alle cliniche apposite che hanno le loro gatte da pelare.

Vincenzo Valenzi

https://www.facebook.com/vincenzo.valenzi

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