Il Bari e i suoi limiti – A Reggio Emilia gestendo bene la gara

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Noi giornalisti abbiamo il dovere di descrivere ciò che si vede, “fare cronaca”, poi, in un secondo momento (come adesso), possiamo lasciarci andare in editoriali personalistici dove parliamo di ciò che pensiamo scrivendo anche considerazioni e pensieri che, vivaddio, possono anche non essere condivisibili, ma il dovere del giornalista, senza essere additati come disfattisti, è quello di descrivere ciò che si vede. E noi, almeno da queste colonne, abbiamo sempre scritto quello che è scorso negli occhi durante questo strano campionato del Bari, a cominciare dai suoi apodittici limiti, gli stessi che hanno portato a gestire male certi risultati che vedevano il Bari in vantaggio salvo, poi, lasciarsi raggiungere dall’avversario provocando molti, troppi, pareggi che hanno “condannato” il Bari al secondo posto dietro la Reggina la quale, invece, ha saputo gestire meglio certe gare portandole alla vittoria e meritando la promozione. Ed il realismo è questo, non ci piove, e se non lo descriviamo saremmo disonesti, non obiettivi, e poco credibili. D’accordo, 26 gare utili consecutive senza l’odore di una sconfitta è un record di cui occorre prendere atto ed un grande traguardo per la squadra di Vivarini, ma ciò che, appunto, abbiamo visto è una discutibile gestione delle gare: si pensi, ad esempio, alla gara di Avellino dove il Bari è passato in vantaggio dopo l’1-1 e si è fatto infilare il gol del pareggio sul finale, per giunta da un gol cosiddetto “della domenica” che se solo venisse ripetuto cento volte andrebbe fuori. Poi si pensi alla gara col Teramo, in casa, quando, sul vantaggio di 1-0, ha subito il pareggio all’ultimo minuto, quini alla gara col Monopoli in casa quando Jefferson, su rigore, ha pareggiato l’incontro, poi la partita contro la Cavese a Castellammare di Stabia (da 0-1 ad 1-1) ed infine alla gara di Catanzaro, sempre terminata 1-1. Ed una squadra costruita per vincere, una favorita al promozione in B, per una squadra forte, tutto ciò non è ammesso se non occasionalmente in quanto nessuno è perfetto, ma lasciare per strada 10 punti (senza dimenticare le due sconfitte maturate che pure, fisiologicamente, nel corso di una stagione, ci stanno), è francamente ingiustificabile. E, naturalmente, non abbiamo parlato delle gare sospese per il covid: in prospettiva e facendo una media, probabilmente, il Bari avrebbe perso ulteriori punti per strada. Perché questa è la realtà, c’è niente da fare.

Una squadra dai valori tecnici superiori a pressoché tutte le compagini della C, una rosa completa in tutti i suoi reparti con riserve, apparentemente, di lusso, un condottiero notevole in panchina ed una società rassicurante dal punto di vista economico, in tutta franchezza, avrebbe meritato qualcosa di più dal punto di vista dei punti incamerati. L’impressione è quella che i giocatori si siano cullati sui propri allori e che abbiano deciso di sporcarsi poco le mani e di indossare poche volte la tuta da operai, senza dimenticare l’evidente incapacità di imporre il proprio gioco, la propria indiscussa forza oltre i canonici 30-40 minuti. Insomma un compitino da minimo sindacale.

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Per non parlare, poi, della gestione delle sostituzioni: esse quasi mai sono risultate determinanti alla ai fini del risultato, qualche altra volta, si. Troppo spesso, infatti, le sostituzioni e gli accorgimenti decisi nel corso della gara, sono risultati vani e allora, deontologicamente, noi dobbiamo dire che delle due l’una: o in panchina il Bari si sono seduti giocatori non all’altezza (quindi caderebbe di fatto la teoria secondo al quale il Bari ha avuto la panchina lunga e di qualità) oppure Vivarini le ha sbagliate tutte. Tertium non datur, insomma. Anche contro la Ternana e la Carrarese, quest’ultima nel corso dei 90 minuti, si è assistito allo stesso film del torneo: passato in vantaggio si è fatto puntualmente raggiungere. E della troppa, puntuale, sofferenza nel gestire il vantaggio ne vogliamo parlare? Forse sarebbe inutile vista la notevole evidenza. E’ questo il “frame” del torneo del Bari, inutile girarci attorno.

Siamo all’epilogo, dopodomani il Bari affronterà la Reggio Audace a Reggio Emilia lungo la Via Emilia (per colpa di un assurdo algoritmo) dove si giocherà la promozione in B e, sulla carta, ha tutto per poter sbancare la città del tricolore, non le manca, infatti, qualità, tecnica e personalità, ma occorrerà gestire bene la partita, con umiltà, senza sbavature e senza cali di concertazione. Del resto, a questo punto della stagione, c’è poco da migliorarsi, ormai quello che è stato fatto non si può cambiare nel corso di 72 ore, per questo riteniamo che è proprio dagli errori che si dovrà cominciare per credere nella impresa che è assolutamente alla portata del Bari. Fuori l’orgoglio, dunque, via la paura, l’insicurezza, una città attende con ansia la gara, una città troppo spesso colpita al cuore da oltre dieci anni, calcisticamente parlando, e che non merita un altro anno nell’inferno.

 

Massimo Longo

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