La sentenza di Cassazione, sulla morte della giovane Martina Rossi, ha gettato una luce di speranza annullando il verdetto di assoluzione.
“Avevo una forte delusione dopo la sentenza d’appello. Adesso si lavora per avere il minimo di giustizia “ ha commentato Bruno Rossi, padre della vittima “Martina non me la ridarà nessuno, ma almeno si saprà cosa è successo quella notte. Ci hanno provato in tutti i modi a distruggere me e mia moglie. A raccontare un’altra storia. Ma io sono più duro di loro e non ho mai ceduto. Le motivazioni della sentenza d’appello hanno cancellato il lavoro della polizia, dei primi giudici. Pensare poi che quelle motivazioni le ha scritte una donna non riesco a mandarlo giù. Non ha pensato che poteva succedere anche a lei, alle sue figlie? Si mettono le scarpe rosse e poi quando hai la possibilità di punire chi fa del male a una donna, fai le cose diversamente”. Questo il commosso commento di un padre consapevole del pericolo che si possa arrivare anche alla prescrizione.
Luca Fanfani, uno dei due difensori della famiglia, mostra grande soddisfazione commentando così la sentenza della Cassazione: “È una decisione giusta. Posso dire solo evviva. Oggi in aula eravamo io come legale storico di Bruno Rossi e i colleghi Stefano Savi e il professor Enrico Marzaduri. Siamo soddisfatti”.
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