Luna Rossa all’angolo ma c’è il fattore Spithill

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Il 41enne timoniere australiano nel 2013 fu capace di guidare Oracle a una rimonta da 1-8.

Sotto 6-3, Luna Rossa ha le spalle al muro in questa America’s Cup ma può aggrapparsi al suo timoniere James Spithill. Il Pitbull, come è soprannominato il 41enne timoniere australiano, sa come ribaltare una sfida contro i neozelandesi: nel 2013 c’era lui su Oracle quando la barca americana realizzò una delle più grandi rimonte sportive tutti i tempi: da uno svantaggio di 8-1 contro Team New Zealand, vinse otto regate di fila andandosi a prendere un’America’s Cup ormai insperata.

L’impresa di San Francisco

Sfruttando una pausa di cinque giorni, Spithill lavorò sulla barca ma anche sulla psicologia dell’equipaggio e dei rivali e poi guidò una feroce rivincita. In seguito ha raccontato che la cosa più importante fu raccogliere la prima vittoria che “rianimò l’equipaggio”. Il grande velista di Sydney ha già paragonata questa sfida a quella di otto anni fa: “All’epoca iniziammo la competizione impreparati nei confronti dei neozelandesi e tutte le previsioni fatte su chi sarebbe stato favorito con certe condizioni di vento vennero disattese. Sotto di 8-1 ci compattammo, tutti eravamo disposti a lottare fino alla fine per migliorare la nostra velocità al cospetto di un avversario che aveva svolto un grande percorso di avvicinamento. Anche stavolta ci proveremo fino in fondo”.

Il record di regate vinte

Spithill, che su Luna Rossa è affiancato da Checco Bruni, è il timoniere con il maggior numero di regate vinte in America’s Cup, 16. Bullizzato a scuola per i capelli rossi e le lentiggini, con una gamba destra più corta della sinistra che sembrava precludergli un futuro sportivo, tentò nella boxe e poi nella vela. A nove anni la sua prima barca, condivisa con la sorella Katie. A dieci anni la prima regata, subito vinta. Poi un’ascesa vertiginosa nel match-racing e nelle regate d’altura fino all’esordio in America’s Cup nel 2000: a soli 19 anni divenne il più giovante timoniere nella storia del trofeo. Tra le sue barche c’è stata anche Seattle One World.

AGI – Agenzia Italia

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