Kyriakides: “Creare uno spazio europeo dei dati sanitari è una priorità”

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Per una settimana in questo mese di marzo, la nostra redazione vi racconterà storie di sanità da tutta Europa, ma non solo, analizzando gli sviluppi rivoluzionari che stanno definendo il futuro del campo sanitario

Come vede l’Unione europea l’evoluzione dell’assistenza sanitaria? Lo abbiamo chiesto al commissario europeo alla Salute, Stella Kyriakides, la nostra prima ospite in quest’episodio speciale.

La Commissione e il Parlamento stanno entrambi sostenendo un nuovo pacchetto di finanziamenti da 5,1 miliardi di euro, chiamato EU4Health, visto come la risposta a lungo termine al Covid. Quali sono le vostre priorità?”

EU4Health, entrato in vigore il 26 marzo 2021, ripone molta fiducia nella tecnologia, ci chiede di condividere i dati oltre i confini, di usare sistemi digitali nel campo della salute, di fidarci di questi sistemi. Come si fa a garantire che lo faremo e che li useremo nel modo giusto?

Creare uno spazio europeo dei dati sanitari è sempre stata una priorità per questa Commissione. Si tratta di utilizzare i dati sanitari in modo sicuro, di proteggere i dati sanitari, per essere in grado di aumentare l’accesso ai servizi sanitari, alla cura dei pazienti e ottimizzare l’uso dei dati nel settore della Salute. Il potenziale per questo, per l’uso dell’intelligenza artificiale, è enorme.

Incontriamo ora tre eurodeputati, che sono stati relatori o relatori ombra, del programma EU4Health, per avere la loro visione della strategia sanitaria europea. Iniziamo dall’eurodeputata portoghese Sara Cerdas, secondo la quale la salute fa ormai parte di ogni decisione politica: “Vedremo in ogni atto legislativo quali sono le conseguenze dirette e indirette sulla salute delle popolazioni”, dichiara Cerdas. “E questo è della massima importanza perché con questo approccio, ridurremo le disuguaglianze in tutta l’Unione europea, in campo sanitario.

Uno degli obiettivi è quello di utilizzare la tecnologia per ridurre le disuguaglianze, secondo il deputato romeno Cristian-Silviu Busoi: “Qualcuno che si trova in una zona rurale e ha una malattia molto dura o speciale, potrebbe essere consultato da un professore di un grande ospedale universitario con una teleconsultazione”, dichiara Busoi. “Si potrebbero anche fare interventi con l’aiuto della telemedicina, perché come ho detto, l’intelligenza artificiale e la 5G cambieranno molto il funzionamento della medicina nel futuro”.

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