Il Green Deal spacca l’Europa

Scoppia a Bruxelles la controversia su quali fonti di energia ritenere “pulite” e a decidere, per ora, sono i singoli interessi

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Il Green Deal europeo, ambizioso piano dell’Ue per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, è al centro di una controversia riguardante le fonti di energia considerate “pulite” nella lotta contro i presunti cambiamenti climatici.

L’aumento dei prezzi dell’elettricità in Europa, nonostante la stagione invernale appena iniziata, ha spinto la Commissione Europea a cercare soluzioni immediate per affrontare la crisi energetica. In particolare, Bruxelles sta valutando la possibilità di etichettare come “ad impatto 0” alcune tipologie di energia che fino ad ora non erano considerate tali. Tra queste si vorrebbero includere la fissione nucleare e il gas naturale, che potrebbero essere considerate tecnologie sostenibili o funzionali all’obiettivo di decarbonizzazione dell’economia europea.

Secondo l’agenzia Reuters, la Commissione avrebbe preso in considerazione questa mossa per poter sovvenzionare queste fonti di energia nei prossimi anni, almeno fino a quando la transizione ecologica non sarà completamente attuata. L’obiettivo è utilizzare il gas naturale e la fissione nucleare come una sorta di “ponte energetico” per aiutare l’Unione Europea a superare le difficoltà attuali e a raggiungere i propri obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio.

Chi dice no…

Tuttavia, questa iniziativa comunitaria ha incontrato resistenza da parte di alcuni paesi membri. Ad esempio, il ministro dell’economia tedesco, Robert Habeck, ha criticato apertamente questa “rietichettatura” energetica, definendola “greenwashing” (cfr.: The Guardian). Anche la Spagna ha espresso preoccupazione, temendo che questa mossa potrebbe rallentare la transizione verso le energie rinnovabili nel paese (cfr.: El País).

Austria e Lussemburgo sono stati tra i paesi più vocali nell’opposizione a questa proposta. Secondo Euractiv, Vienna avrebbe persino minacciato di citare in giudizio la Commissione Europea, mentre il Lussemburgo avrebbe definito l’iniziativa “una provocazione”.

…E c’è chi applaude

La Francia, uno dei principali sostenitori dell’energia nucleare in Europa, sembrerebbe invece molto favorevole a questa “riqualificazione energetica”. Secondo Politico, il paese avrebbe espresso apprezzamento per l’inclusione della fissione nucleare tra le tecnologie considerate “pulite”, essendo questa un’importante fonte di energia nazionale.

Per non parlare dei vantaggi economici – non tanto auspicati – che tale scelta comporterebbe soprattutto per la Russia, attualmente il primo esportatore di gas naturale nel “Vecchio Continente”.

In ogni caso, la decisione definitiva sarà presa a breve, con l’Unione Europea che dovrà trovare un equilibrio tra gli interessi di tutti i paesi membri e gli obiettivi comuni di riduzione delle emissioni. La situazione è in costante evoluzione e sarà importante monitorare gli sviluppi nelle prossime settimane.

Fonti:

EU drafts plan to label gas and nuclear investments as green”,
Reuters, 01 gennaio 2022;

Fury as EU moves ahead with plans to label gas and nuclear as ‘green’”,
The Guardian, 03 gennaio 2022;

Spain rejects Brussels’ plan to classify nuclear power and natural gas as green energy”,
El País, 03 gennaio 2022;

Austria threatens to sue Commission over EU taxonomy rules”,
Euractiv, 03 gennaio;

Germany hits out at Brussels plan to label nuclear and gas ‘green’”,
Politico, 01 gennaio 2022.

Antonio Quarta

Redazione Il Corriere Nazionale

Corriere di Puglia e Lucania

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