Tempi di “glebalizzazione”

Diritti & Lavoro

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A chi ha vissuto gli anni ottanta e novanta, quando l’Italia era una delle otto potenze industriali a livello mondiale e vi era nel Paese un benessere diffuso per cui diversi membri del ceto medio erano riusciti a comprare anche due e tre case, oggi sembra impossibile poter accettare che una fetta sempre più grande di cittadini vive in condizione di povertà relativa o assoluta. La povertà ha tante facce: vi sono lavoratori che nonostante uno stipendio medio non riescono ad arrivare alla fine del mese e la situazione è peggiorata notevolmente a causa della crisi energetica utilitaristicamente attribuita alla guerra in Ucraina, per ammantare le speculazioni delle aziende fornitrici di energia elettrica. Molti cittadini per questa impennata dei prezzi non possono più permettersi neppure il riscaldamento a casa, anche possedere e mantenere un’automobile è diventato proibitivo per il costo eccessivo del carburante, ma anche per le assicurazioni sempre più care e per le tasse specifiche; fare la spesa, specialmente nelle grandi città, è diventato sempre più difficile a causa del costante aumento dei prezzi a discapito degli stipendi che restano quasi sempre gli stessi da svariati anni e la mortificante elemosina di quelle poche euro in più ogni quattro o cinque anni che lo Stato concede ai lavoratori , diventa sempre più insostenibile e preoccupante. Resta ben salda la costante del mancato controllo dell’aumento dei prezzi, pari al mancato adeguamento delle retribuzioni.

In tali situazioni molti sono costretti a rinunciare, in caso di malattia, anche alle cure, dal momento che accedere al servizio sanitario per i lunghi tempi d’attesa è diventato sempre più difficile, cosa che lascerebbe intravedere una possibile volontà di favorire il privato creando disagi al servizio pubblico per alleggerirne le spese. La situazione diventa ancora più drammatica per le cure odontoiatriche che il sistema sanitario nazionale parzialmente esclude dai livelli essenziali di assistenza e gli odontoiatri con spirito deontologico ed umanitario sono sempre più cari ! Una cosa che denota i poveri da sempre è la mancanza di denti per via della mancata prevenzione e cura delle patologie della bocca. Meritevoli di nota anche i tanti che sono falliti o sono stati costretti a chiudere il proprio esercizio commerciale a causa delle misure restrittive alla mobilità e alle attività economiche, conseguenti alla pandemia da Covid-19.

Commercianti e professionisti si sono ritrovati a non poter affrontare in alcun modo debiti, mutui e spese di gestione della propria attività e dopo circa due anni dalla chiusura imposta, alla riapertura non hanno in alcun modo risolto il problema, pertanto da lì a poco a causa anche del mancato concreto aiuto da parte dello Stato e per opera dello spirito umanitario delle banche si sono ritrovati poveri e molti hanno perso anche la casa. La mancanza di mezzi per alcuni è diventata assoluta e sopravvivono grazie alle mense della Caritas o di altre associazioni e sono costretti a dormire per strada. Al cospetto di una tragica realtà che vede una povertà assoluta in Italia che interessa circa un milione e trecentomila minori sembra assurdo e di altri tempi mossi da estrema inciviltà, mantenere apparati Statali come il Quirinale, una reggia senza re, che costa 243,6 milioni di euro all’anno allo Stato italiano, contro i 112,5 dell’Eliseo, istituzione inutile e dispendiosa quando basterebbe un sistema presidenziale o semipresidenziale. Ma oggi davanti alla povertà di milioni di famiglie tutti i privilegi della politica suonano scandalosi e vergognosi, soprattutto gli stipendi di presidenze, consulenze e varie cariche, nonchè e quelle ricche indennità che vengono trasmesse ai familiari di presidenti e politici vari.

Se il Paese è stato ridotto in queste condizioni è colpa di una politica miope, ladrona e truffaldina che non ha mai tutelato i suoi cittadini, ma piuttosto ingannato e gabbato gli Italiani ed a tal proposito tornano utili le parole di Romano Prodi, acceso sostenitore dell’entrata dell’Italia nell’ Unione Europea, “lavoreremo di meno e guadagneremo di più”. Invece i lavoratori si sono ritrovati col tempo sempre più poveri e con le misure rigoriste imposte dall’ Unione Europea, che si vanno a sommare alla crisi dovuta alla pandemia prima, poi alla guerra Ucraina ed alla conseguente crisi economica, i nuovi poveri si sono risvegliati in un incubo e continuano a viverlo nella totale indifferenza di tutti. L’unica soddisfazione resta nel pensare che la stessa fine è toccata anche all’elettorato di Romano Prodi!

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