Bari, sinfonia d’Abruzzo. Altri 15 gol contro il San Giovanni Teatino

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E meno male che doveva venir giù il diluvio universale. Lampi, saette, fulmini, il freddo, erano state preannunciate discese di lupi dal Gran Sasso e di orsi marsicani, e noi della stampa avremmo dovuto congelarci all’addiaccio. Niente di più falso come spesso capita quando ci sono le previsioni meteorologiche. Caldo afoso, a tratti asfissiante, qualche nuvola innocua passeggera, nulla più.

Davanti a duecento tifosi baresi felici e fiduciosi, ne è scaturita la solita, prevedibile, goleada al cospetto di un avversario appena appena più forte del Roccavivara (la squadra del San Giovanni Teatino milita in promozione, mentre quella molisana in prima categoria).

In questi casi dovremmo evitare di ingigantire una vittoria di cotanta proporzione, ma saremmo falsi e bugiardi, perché anche nelle amichevoli insignificanti, quando la squadra gioca come un rullo compressore, abbiamo il dovere di descriverne anche i pregi, e pertanto non possiamo fare a meno di affermare che è stato uno spettacolo. Una sinfonia di gol, di impegno, di qualità, insomma chi più ne ha più ne metta. E pazienza che si è trattato di una sgambatura, o giù di lì. Quindici i gol messi a segno.

Ne abbiamo visti tanti di ritiri e possiamo testimoniare che nei precedenti, dopo aver messo al sicuro il risultato nel primo tempo contro queste squadrette, si è sempre teso a tirare i remi in barca, vuoi per stanchezza, vuoi per le gambe imballate, vuoi per scarso impegno, vuoi anche per mancanza di qualità in panchina, ma questa volta è decisamente diverso: tanto l’impegno, elevata la qualità per tutti i 90 minuti da parte di tutti i giocatori a disposizione. Davvero non si può rimproverare nessuno e non possiamo far finta di niente né sminuire la vittoria.

Un Botta straordinario, buono come un bicchiere di Trebbiamo d’Abruzzo, che ha giganteggiato anche per l’inconsistenza dell’avversario, belle le azioni, tempi perfetti e sincronizzati, grande intensità da parte di tutti. Una menzione speciale merita Di Cesare: lo stopper ha dato dimostrazione che non esistono gare amichevoli o di campionato, per lui son da giocare tutte con lo stesso impegno. Anche in una innocua amichevole come questa lo ha dimostrato entrando in modo falloso da dietro su un avversario senza fargli male, lo ha dimostrato andando a chiedergli scusa, lo ha dimostrato cercando il gol in almeno tre occasioni. Insomma, davvero un campione di professionalità da cui tanti giovani dovrebbero prendere esempio.

Molto bene i movimenti, le geometrie, anche Galano ha dato segnali positivi, quelli che forse Mignani cercava, un Bari intento ad aggredire l’avversario senza sconti, senza pensare alla differenza tecnica, e a far male quando lo ha ritenuto opportuno.

Bene anche i nuovi, Cangiano e Benedetti, bei segnali da Dorwal che forse deve migliorare la fase difensiva, il solito Antenucci, un devastante Cheddira, Maita, Maiello padroni del centrocampo, di Botta ne abbiamo già parlato. Bene, anzi molto bene, tutti coloro i quali sono entrati nella ripresa, Ahmetaj su tutti che, forse, andrebbe valutato con più calma senza fretta. Insomma tanta, ma proprio tanta, qualità.

Anche dal punto di vista atletico la squadra è apparsa in gran forma: in genere, sempre a proposito dei nostri ritiri seguiti, di questi tempi le gambe sono spesso imballate, invece il Bari nel corso delle due gare amichevoli ha dimostrato di esserci già con le gambe e con la testa.

Niente illusioni però. Il Bari ha incontrato due squadre inconsistenti che hanno fatto quello che hanno potuto cercando di limitare i danni, ma già da sabato prossimo a Frosinone la musica cambierà, la sinfonia intravista in Abruzzo sarà decisamente diversa.

Nel frattempo si cercherà di rinforzare ulteriormente la rosa con una punta (Simy e La Mantia i più gettonati), con qualche centrocampista di qualità (Bellomo) ed eventualmente con altri giocatori laddove ne capitasse l’affare.

Massimo Longo

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