In un tempo in cui molte nazioni europee scelgono di restare nell’orbita degli Stati Uniti d’America pavidamente, alcuni Paesi, ispirati forse da una crescente coalizione intorno ai BRICS, non esitano a marcare un netto distacco da Washington. Tra questi c’è stata l’Indonesia che, anche se con lo “zio Sam” ha siglato dei patti di produzione strategica in ambito militare, ha deciso recentemente di rimarcare come proprio uno spazio d’azione geopolitico nuovo.
Dalla difensiva al gioco espanso delle tre carte?
Il più grande Stato-arcipelago del mondo, infatti, ha sentito l’esigenza di chiarire alcune posizioni rese note dal DoD (Department of Defense) a stelle e strisce, in seguito ai colloqui congiunti tenutisi tra il Ministero della Difesa indonesiano e quello americano alla fine di agosto.
Più precisamente, in quell’occasione il Segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin aveva accolto Prabowo Subianto, suo omologo indonesiano, per stipulare un accordo riguardante la vendita di aerei ed elicotteri da guerra, un’intesa che avrebbe dovuto sancire e riflettere nettamente l’assetto geografico-amministrativo dei Paesi “ASEAN“ nell’ingarbugliata arena Indo-Pacifica. Ma il comunicato rilasciato dalla controparte statunitense a conclusione del summit pare si sia allargato un po’ troppo, finendo col marcare come condivise alcune opinioni espresse invece unilateralmente, in merito ai due nodi cruciali della politica estera della Casa Bianca: Cina e Russia.
In questa nota sarebbe stata dichiarata come bilaterale la visione sulle “estese rivendicazioni marittime della Repubblica Popolare Cinese nel Mar Cinese Meridionale”, considerate “incompatibili con il diritto internazionale, secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare”.
Una maggioranza (con poca autonomia) che non è totalità
Sempre bipartisan, poi, sarebbe stata condannata come violazione della sovranità nazionale, “come risulta dalla risoluzione ES-11/1 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite dell’1 marzo 2022, adottata a maggioranza, […]l’aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina”, chiedendo una ritirata delle ex truppe sovietiche, totale e senza condizioni, dai territori contesi.
Il ministro Subianto, però, non avrebbe mai pronunciato queste affermazioni e, dimostrando un notevole coraggio nel dissentire da un ruolo di comprimario, da Giacarta ha prontamente eccepito: “[…]Non c’è stata una dichiarazione congiunta, né c’è stata una conferenza stampa. […]La cosa importante è che l’Indonesia intrattiene ottime relazioni con la Cina, costruiamo il rispetto e la comprensione reciproci. L’ho trasmesso negli Stati Uniti: siamo amici intimi della Cina, rispettiamo l’America e cerchiamo l’amicizia con la Russia. La posizione dell’Indonesia è chiara sul fatto che siamo non allineati, ma facciamo amicizia con tutti i Paesi”.
Come se non bastasse, per sancire questa scelta diplomatica il Paese del Sud-est asiatico marittimo ha poi tenuto a ricordare le visite già programmate a Mosca e Pechino nel prossimo ottobre, evidenziando la volontà indonesiana di diventare un “ponte per tutti” fra le diverse potenze, indipendentemente dagli affari, tra cui quello fatto sui velivoli da combattimento.
Fonti online:
ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Giuliana Radice del 03 settembre 2023), Wikipedia, sito istituzionale del DoD (Department of Defense), il Dipartimento della Difesa statunitense, Sezione dati della piattaforma di pubblicazione del diritto federale della Confederazione svizzera, vecchio sito del Sistema della documentazione ufficiale delle Nazioni Unite, ANTARA (agenzia stampa indonesiana), TASS (agenzia stampa russa);
Canali YouTube: TvOneNews, KOMPASTV.
Antonio Quarta
Redazione Il Corriere Nazionale