Rateizzazione delle quote condominiali in tempo di crisi. Cosa fare?

Noi e il Condominio

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A causa del Covid-19 molti pagamenti sono stati sospesi, con la conseguente possibilità per i cittadini di effettuare i relativi versamenti più in là nel tempo.

Così è stato per il bollo degli autoveicoli in molte Regioni, per i contributi previdenziali e persino per alcune imposte. Cosa succede, dunque, con le quote del condominio che i proprietari devono versare mensilmente all’amministratore?

In considerazione della grave crisi mondiale che si sta vivendo per il Coronavirus è possibile chiedere la sospensione o una rateizzazione più lunga delle quote condominiali? Vediamo di far chiarezza.

 Quote condominiali, rateizzazione e compiti dell’amministratore. E’ ormai fatto notorio che le quote condominiali debbono essere riscosse dall’amministratore al fine di gestire al meglio le spese del Condominio, ad esempio per pagare le utenze e le pulizie dello stabile, per intervenire in ipotesi di imprevisti, come in caso di infiltrazioni di acqua da parti comuni lamentate dai condòmini, e, in generale, per tutte le esigenze del bene comune.

Ed è altrettanto notorio che i pagamenti in favore del condominio, calcolati sulla scorta della previsione di spesa per l’intero anno, vengono ripartiti in dodici rate mensili al fine di rendere agevole per tutti, condòmini ed amministratore, la riscossione.

Ma cosa accade se qualcuno si rende moroso, cioè non paga una o più quote condominiali? E’ la legge a risolvere il dubbio e, in modo più preciso, la Riforma del condominio del 2012 la quale ha stabilito che se un condòmino si rende inadempiente nel versamento di quanto dovuto, non oltre sei mesi dall’approvazione dello stato di riparto l’amministratore deve agire in giudizio per recuperarne gli importi.

In caso di crisi o emergenza, puoi chiedere la sospensione dei pagamenti al condominio o una riduzione degli importi dovuti?  Alcuni si chiedono per quale motivo l’amministratore non tenti altre strade più diplomatiche per ottenere lo stesso risultato (il pagamento del dovuto), soprattutto in casi come quello che attualmente l’Italia sta attraversando a causa del Covid-19.

La risposta è semplice:

  • – intanto, perché è la legge che lo obbliga ad agire in giudizio in caso di morosità del condomino ed è sempre la legge a stabilire che, nel caso in cui non provveda a recuperare il dovuto, sarà lui stesso ad essere considerato personalmente responsabile nei confronti del condominio;
  • – inoltre, perché il potere di stabilire riduzioni, sospensioni o dilazioni di pagamento sui crediti del condominio non rientra tra quelli dell’amministratore, rientrando nella esclusiva competenza dell’assemblea condominiale.Quindi, qualunque richiesta inviata all’amministratore in materia non sarà mai decisa dallo stesso ma semplicemente riportata all’attenzione di tutti i condòmini e, dunque, dell’assemblea;
  • – non meno importante, perché in generale nessuna situazione di crisi permette legalmente la sospensione dei pagamenti delle quote condominiali approvatené, meno che mai, la loro riduzione né la loro ulteriore dilazione;
  • – e, da ultimo, perché sebbene gli interventi del Governo, come il D.L. n. 18/2020 e la L. n. 13/2020, abbiano disposto che il rispetto delle misure di contenimento viene sempre valutato al fine di escludere la responsabilità del debitore per eventuali ritardati od omessi adempimenti, ciò non è applicabile al condòmino, dato che l’obbligo di versamento delle quote condominiali dipende non già da un contratto ma dal semplice fatto che lo stesso è comproprietario delle parti condominiali.

Sei costretto a pagare anche se si trovi realmente in cattive acque? In verità, al di là delle norme, potrebbero sussistere delle ragioni di opportunità per evitare l’intrapresa di azione legale da parte del condominio. Infatti, se è vero che l’amministratore è tenuto ad avviare le azioni giudiziali per l’omesso pagamento delle quote, ciò non toglie che un accordo tra assemblea condominiale e condòmino moroso possa essere trovato, ad esempio, perché il costo dell’azione legale risulta eccessivo o per evitare le lungaggini delle vertenze giudiziarie.

Ecco perché, se si volesse chiedere una sospensione o rateizzazione delle quote condominiali, è possibile avanzare la relativa richiesta al condominio, nella persona dell’amministratore, ma nella consapevolezza che quest’ultimo sarà tenuto a portare la relativa discussione e decisione in assemblea.

Senza l’autorizzazione di quest’ultima, infatti, l’amministratore non può nulla non avendo potere di disposizione.

Articolo di Samantha Mendicino (FONTE: www.condominiocaffe.it

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